XFOLDER nuovo Format di TVCITY dedicato ai misteri e leggende irrisolti, nella prima puntata parleremo del Philadelphia Experiment.
TVCITY Oltre la storia a cura di Ciro Gaglione, Salvatore Perillo, Eduardo Orma.
Ci troviamo in piena seconda guerra mondiale. I sommergibili tedeschi avevano affondato un numero considerevole di navi da guerra statunitensi.
La marina degli stati uniti voleva correre ai ripari creando una tecnologia che rendesse le navi invisibili ai radar nemici.
Cosi, furono ingaggiati scienziati del calibro di Albert Einstein e Nikola Tesla, che, in gran segreto, avrebbero sperimentato tecnologie atte ad illudere i temibili UBOT tedeschi.
La supremazia nei mari era di vitale importanza per gli stati uniti. Durante uno di questi esperimenti il cacciatorpediniere “USS Eldridge”, ormeggiato nel molo di Filadelfia, cominciò a colorarsi di un bagliore verde-blu.
Quando l’intero scafo cambiò del tutto colore e scomparve sotto un grande lampo di luce verde. Erano le ore 17:15 del 28 Ottobre del 1943.
Qualche minuto dopo, la nave da guerra ricomparve nelle acque antistanti la città di Norfolk, 500 chilometri più a nord.
Quindi svanì un’altra volta nel nulla, per tornare a materializzarsi a Filadelfia, nello stesso identico punto in cui era sparita la prima volta.
Di questa strana vicenda, iniziò a circolarne voce circa 12 anni dopo. Morris Jessup, scrittore americano, nel 1955 dichiarò di aver ricevuto tre lettere firmate da un certo Carlos Miguel Allende, nelle quali l’autore delle lettere sosteneva di essere stato testimone oculare e di aver vissuto lo spostamento spazio-temporale della nave insieme agli altri dell’equipaggio.
A detta dello stesso Allende l’equipaggio, dopo l’esperimento, riportò segni evidenti dell’accaduto: Erano completamente disorientati con ustioni sul volto e sul corpo. Alcuni, addirittura, furono trovati parzialmente saldati nello scafo d’acciaio della nave, ancora vivi, ma con le gambe o le braccia fuse sul ponte.
Altri erano impazziti ed altri ancora svilupparono successivamente una misteriosa malattia da radiazioni. Lo stesso Jessup iniziò a fare ricerche, ma il 20 aprile del 1959 fu ritrovato morto nella sua auto.
Tra i testimoni più famoso ci fu Alfred Bielek, che raccontò di essere uno dei marinai perduti nel salto dimensionale e di essere stato catapultato 6 settimane nell’anno 2137 e poi 2 anni nel 2749.
Per spiegare come diavolo avesse fatto a tornare nel nostro presente, Bielek scomodò un altro genio della fisica, John Von Neumann, che sarebbe riuscito solo nel 1983 a spegnere le apparecchiature elettromagnetiche ancora funzionanti a bordo della nave.
A chi gli faceva notare che nei suoi raconti c’era più di una incoerenza, rispondeva: “Beh… dopo tre salti nel tempo e nello spazio, è normale che i miei ricordi siano un pochino confusi, o no?”.
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