Il titolo del carro trionfale dell’ Immacolata 2019 è ispirato ad una delle espressioni che spesso amava ripetere il Parroco Santo, Vincenzo Romano, rapito dall’amore per l’Eucaristia e dalla devozione alla Vergine Maria: “VORREI AVERE INFINITI CUORI”.
Il legame del carro a San Vincenzo è dato anche per alcuni eventi che hanno caratterizzato la vita della comunità parrocchiale e cittadina di Torre del Greco come la Canonizzazione del Beato Vincenzo e la concessione di un Anno Giubilare per fare memoria grata della misericordia di Dio e delle opere meravigliose che compie nella sua Chiesa. Tale legame è rappresentato dalla maestosa torre campanaria che funge da trono per l’Immacolata.
Questa struttura richiama alla memoria la devastante eruzione vesuviana del 15 giugno 1794 che distrusse parte della città di Torre del Greco e la chiesa parrocchiale. Superstite fu il campanile inglobato dalla colata lavica per quasi 14 metri. Questo fu un segno di speranza per il novello parroco don Vincenzo Romano che volle ricostruire la nuova parrocchia accanto al campanile e attorno la città. Preso dalla carità sfrenata si fece prossimo del popolo torrese che aveva perso, insieme alla speranza di una rinascita, ogni cosa.
Tale gesto è rappresentato in uno degli arazzi che pende dalla torre campanaria, mentre l’altro arazzo raffigura il nostro Santo in gloria. I due arazzi sono realizzati dal prof. Salvatore Seme. Tutta la struttura è racchiusa in una barca di stile barocco che richiama il legame dei torresi con il mare e l’apostolato di San Vincenzo a favore dei pescatori di corallo e delle loro famiglie.
Altro elemento che richiama il mare e i pescatori è la rete. San Vincenzo, ispirandosi all’arte della pesca, adottò il metodo pastorale detto “la sciabica”, per portare i suoi parrocchiani in chiesa per la catechesi, dopo aver annunciato il Vangelo ai crocicchi delle strade. A poppa di questa grande barca, si erge maestosa una Croce retta da un angelo, la Croce Gloriosa di Cristo che si innalza sulla chiesa che morte non teme. A prua, un angelo regge una corona del Rosario per ricordare la devozione di San Vincenzo, che definì il Rosario “Canale di tutte le Grazie”. L’altro angelo regge una corona decorativa in ricordo del 65° anniversario dell’incoronazione della venerata immagine dell’Immacolata, avvenuta il 23 Giugno 1954 da parte del Card. Marcello Mimmi.
Infine, è da recuperare il segno delle ginestre, cantate dal Leopardi, esse sono poste in quattro fioriere decorative e richiamano i colori ed i profumi della nostra terra vesuviana ed in questo momento storico, esprimono la forza della natura che vince l’incuria umana.
Progettista ed esecutore: Riccardo Lamberti
Stendardi: Salvatore Seme