Si riapre il caso Veropalumbo a Torre Annunziata. Era la sera del 31 dicembre del 2007 quando un proiettile vagante uccise il giovane padre di famiglia che aspettava l’arrivo del nuovo anno nella sua casa a corso Vittorio Emanuele III.
In braccio aveva la piccola Ludovica, con lui c’era tutta la sua famiglia. Tre persone sono indagate per il delitto di Capodanno, tre rampolli del clan Gionta all’epoca dell’omicidio tutti minorenni.
A lottare da anni per ottenere giustizia la vedova Carmela Sermino che si è opposta all’archiviazione del caso.
Il ricorso presentato dai suoi legali è stato accolto dal giudice Brunese che ha disposto dunque nuove indagini.
Altri sei mesi per ricostruire l’omicidio e cercare di arrivare alla verità, ricostruendo chi ha premuto il grilletto e perchè.
La pista su cui si erano concentrate le investigazioni è quella di una ritorsione ai danni del giovane carrozziere.
Non si sarebbe trattato infatti di un drammatico incidente, di un proiettile vagante, insomma ma di un delitto premeditato.
Veropalumbo avrebbe consegnato alla polizia le chiavi del lastrico solare del palazzo in cui abitava per consentire l’installazione di videocamere. Telecamere che avrebbero permesso di arrestare il padre di uno dei minorenni indagati, queste le rivelazioni di un killer dei Gionta oggi pentito.
La procura per i minorenni aveva deciso di archiviare il caso, ma adesso è arrivata la nuova decisione del gip e la riapertura delle indagini per altri sei mesi.