Una giornata dedicata alla lotta contro la violenza di genere.
Lunedì 25 novembre, presso il “Pala Pittoni” di via Bottaro, si svolgerà l’iniziativa dal titolo “In volo per la libertà”, che rientra nell’ambito del progetto “Una Torre per le donne”.
La manifestazione, organizzata dal comune di Torre Annunziata, avrà inizio a partire dalle ore 10 con una fiaccolata delle scuole superiori del territorio; alle 10,30, all’interno della palestra comunale dedicata nel novembre 2018 alla memoria del tenente dei carabinieri Marco Pittoni, ci sarà la consegna della fiaccola all’artista napoletana Monica Sarnelli, madrina dell’evento. Alle 10,45 è previsto un incontro di volley tra la Givova Fiamma Torrese e una rappresentativa femminile dell’Ordine degli Avvocati della città oplontina. Alle ore 12, Monica Sarnelli intratterrà i presenti con lo show musicale “Amore e musica”.
Il programma della mattinata si concluderà alle ore 12,30 con la consegna della targa ricordo alla madrina della manifestazione.
All’iniziativa parteciperanno il sindaco Vincenzo Ascione; la consigliera Comunale di Torre Annunziata con delega alle Pari Opportunità, Germaine Popolo; la direttrice dell’Associazione “Apeiron”; Anna Malinconico; il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Luisa Liguoro; l’amministratore delegato Givova, Giuseppina Lodovico; la consigliera della Regione Campania, Antonella Ciaramella; la consigliera metropolitana di Grosseto Olga Ciaramella.
«Secondo il rapporto “Eures” sono142 le donne uccise nel 2018, lo 0,7 per cento in più rispetto al 2017 – spiega la dott.ssa Malinconico, responsabile dell’Apeiron -. Per lo più si è trattato di episodi avvenuti sotto il tetto coniugale: infatti, ben 119 donne sono state uccise per “gelosia e possesso” da parte di mariti, amanti, ed ex. Ma il dato più sconcertante è che dal 2012 ad oggi, il numero di femminicidi ha raggiunto la spaventosa cifra di 868. Di questi, 94 si sono verificati nei primi otto mesi del 2019».
«I femminicidi – afferma la consigliera con delega alle Pari Opportunità, Germaine Popolo – rappresentano solo la punta dell’iceberg. In Italia, ahinoi, resiste ancora una cultura che stenta a riconoscere l’autonomia effettiva della donna. Bisogna necessariamente lavorare e fare uno sforzo collettivo di autonomia di pensiero, educare correttamente i più giovani e adoperarsi per costruire una comunità che superi definitivamente gli stereotipi di genere».