Bufera sul cimitero di Torre del Greco. Il giorno 20 di giugno una donna è andata a trovare i suoi cari estinti ed ha fatto una macabra scoperta. La tomba dei suoi parenti e di suo zio, il monsignore Francesco Sannino, è stata trovata completamente distrutta. Il marmo spaccato e lasciato a pezzi.
Si suppone che l’atto di vandalismo sia avvenuto molto tempo prima della scoperta, dal momento che la nipote non si recava al cimitero da molto tempo a causa dell’emergenza Covid-19 e della quarantena. Oltre al dolore di vedere un tale ricordo deturpato, emerge la preoccupazione per la gestione stessa del luogo di sepoltura torrese.
Nella denuncia rilasciata ai Carabinieri immediatamente dopo la scoperta viene contestato l’operato del direttore del cimitero per non aver osservato la dovuta vigilanza per evitare simili atti. Inoltre, sempre secondo la denuncia, l’uomo avrebbe risposto alla donna di essere a conoscenza dell’atto di vandalismo e di non averla avvisata perché, avrebbe affermato, “era una cosa normale lì”.
Emerge quindi non solo un totale abbandono dei cari estinti torresi, ma anche una gravissima consapevolezza che simili atti avvengono e che, probabilmente, non siano semplici gesti di vandalismo, ma sarebbero parte di un sistema di interessi economici legati alla manutenzione delle tombe.