Oggi si torna fra i banchi. La campanella ha ripreso a suonare anche in Campania, dopo mesi di didattica a distanza, ma a rientrare tra i banchi sono, in virtù di un’ordinanza regionale, soltanto le scuole dell’infanzia e le classi prima e seconda elementare. Tra i genitori c’è chi manifesta preoccupazione e chi invece sollievo perché aveva temuto che anche i più piccoli tornassero alla dad. Ma la necessità che i bambini siano seguiti dalle maestre e che non restino indietro nell’apprendimento si scontra inevitabilmente con la preoccupazione di esporli, e di conseguenza esporre altri componenti più fragili della famiglia, come i nonni, al contagio. Alcune mamme della scuola De Amicis di Napoli, infatti, avrebbero fatto a meno di riportare i bimbi a scuola. “Avrei evitato se fosse stato possibile – ha detto una mamma – ma ho temuto che facesse troppe assenze e che potesse scattare la segnalazione ai servizi sociali”. Tanti, invece, i genitori che, incuranti delle assenze, hanno deciso di far disertare le scuole ai propri figli. Gruppi organizzati stanno portando avanti una vera e propria protesta per continuare con la didattica a distanza. Resta l’ombra di ciò che è successo in autunno, con istituti aperti e chiusi a singhiozzo in dipendenza dai contagi registrati nelle aule, con famiglie e docenti in quarantena in attesa del tampone. Il costante, seppur ridotto, aumento dei positivi della nostra regione non fa che accrescere la preoccupazione, nonostante le rassicurazioni di medici e politici. E se tra i genitori si agitano preoccupazione e soddisfazione per il rientro in classe, tra i bambini con i loro zainetti in spalla c’è chi è contento e chi piange perché – ha evidenziato un papà – “a causa di queste continue interruzioni e riprese i bambini non riescono ad abituarsi all’idea di andare a scuola”.