San Giorgio a Cremano: un monumento per i martiri di Pietrarsa.
A cinque anni dall’intitolazione della prima strada in Italia ai Martiri di Pietrarsa, il Sindaco Giorgio Zinno , attraverso l’assessore alla Cultura e alla Toponomastica Pietro De Martino, decide di realizzare un monumento dedicato a quegli operai uccisi durante la strage del 6 agosto 1863 mentre scioperavano per il diritto al lavoro, davanti all’opificio ferroviario che si trova al confine tra San Giorgio a Cremano e Portici.
Verrà posizionato sulla strada che porta il loro nome e sarà realizzato su un’idea presentata gratuitamente dall’Arch. Umberto Ricciardi. In questo modo via Martiri di Pietrarsa, con l’installazione ad essi dedicata, diventeranno i simboli del Diritto al Lavoro e dell’importanza che la città di San Giorgio a Cremano attribuisce ad uno dei principi fondamentali sanciti nella Costituzione Italiana.
Quella strage segnò profondamente la storia, non solo di quel periodo ma anche delle generazioni successive e fino ad oggi, in quanto quel tragico episodio fece puntare i riflettori sul lavoro, sulla libertà e sulla dignità personale, soprattutto nel Meridione. L’obiettivo infatti è anche quello di trasmettere alle future generazioni la conoscenza dei fatti che caratterizzarono un periodo storico in cui, a seguito dell’annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia, il Sud fu depredato di ricchezza, arte, cultura e diritti non senza il sacrificio di tante vite umane.
“Oggi, in un momento difficile per tantissime persone, che a causa di questa emergenza, un lavoro lo hanno perso o non riescono a trovarlo – spiega il Sindaco Giorgio Zinno – abbiamo deciso di realizzare “un monumento” dedicato proprio alla difesa del lavoro, ripensando a quegli operai uccisi dalle truppe sabaude. Sarà in questo luogo che ogni anno si potrà celebrare la ricorrenza del Primo Maggio, Festa dei Lavoratori e il 6 agosto, anniversario di quella tragedia – conclude. ”
Finora l’unico monumento che ricorda quell’eccidio, in cui sul posto persero la vita Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri, mentre tanti altri morirono successivamente a causa delle ferite riportate, si trova all’interno del Museo Ferroviario di Pietrarsa.
“Lì infatti le tante associazioni o privati cittadini che vogliono rendere omaggio ai caduti – aggiunge De Martino – sono costretti a pagare il biglietto del museo. Cosa che reputo inaudita, in quanto si vuole solo deporre una corona di fiori ai martiri. Per questo intendiamo realizzare un simbolo in un luogo pubblico, dove tra l’altro la prima amministrazione comunale riconobbe attraverso l’intitolazione di una strada le prime rivolte operaie in Italia”.