Quando si analizzano i dati del mercato del lavoro femminile, sono evidenti gap occupazionali e salariali.
Le diverse opportunità che hanno uomini e donne riguardano i percorsi di vita ancora fortemente condizionati da stereotipi di genere: le donne spesso scelgono di non lavorare, preferendo una vita familiare, oppure sono poco competenti, perché, secondo un dettato culturale, prediligono materie umanistiche, meno spendibili sul mercato del lavoro di quelle scientifiche.
E, quando decidono di lavorare, si scoraggiano perché ritengono di non avere competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Il progetto AID@ si rivolge in modo diretto e concreto alle donne in cerca di una collocazione lavorativa e personale, con una particolare attenzione a donne in condizione di disoccupazione di lunga durata e vittime di violenza.
Il progetto parte dall’assunto che la violenza sulle donne non è fatta solo di femminicidio o maltrattamento fisico, ma anche di violenza psicologica ed economica, come il controllo dello stipendio, il divieto di lavorare o l’impossibilità a prendere iniziative economiche in autonomia.
A questo si aggiunga il fatto che le donne rischiano di manifestare, troppo spesso, scarsa consapevolezza delle proprie competenze e capacità ed un’insufficiente conoscenza degli strumenti informatici, sempre più richiesti nel mercato del lavoro.
Il progetto è stato presentato giovedì 14 ottobre alle 17 alla Stecca, incubatore di imprese e di opportunità, alla presenza di istituzioni locali e associazioni femminili.