L’aumento dei contagi in Campania spaventa, ma bisogna guardare i dati.
Ieri, l’ultimo bollettino dell’Unità di Crisi segnava il preoccupante numero di 544 contagi giornalieri. Una soglia mai sfiorata nemmeno nei giorni più drammatici del lockdown. La maggior parte di questi nuovi positivi, oltre 400, sono stati riscontrati in provincia di Napoli, ma non mancano focolai anche nel salernitano.
Aldilà dei numeri, però, bisogna analizzare altri fattori. Gli attualmente positivi in Campania sono 8.343, di cui solo 520 pazienti ricoverati con sintomi e 52 in terapia intensiva. Una percentuale minima che mostrerebbe una minore pericolosità rispetto ai mesi scorsi. Situazione confermata anche dal numero relativamente basso dei decessi, sia a livello nazionale che regionale.
Eppure i contagi sembrano esponenzialmente superiori a quelli di marzo. Tuttavia, è ugualmente superiore anche il numero dei tamponi effettuati. Se durante il lockdown i controlli erano fra i 500 ed i 1.500 al giorno, attualmente il numero oscilla fra i 5 e gli 8 mila. E’ naturale che, in proporzione, anche i positivi trovati siano centinaia e non decine. Lo stesso rapporto fra numero di positivi e tamponi effettuati è calato drasticamente rispetto ai controlli dei mesi passati. Tale proporzione è minore del 95% rispetto ai dati raccolti a inizio marzo.
Anche le strutture sanitarie non manifestano difficoltà gravi come nei primi mesi della pandemia. Nell’ultimo incontro, di ieri, fra Governatore ed Asl del territorio è emersa la piena funzionalità delle strutture sanitarie e la piena disponibilità di posti letto utili. Sono emerse tuttavia criticità riguardo alla procedura dei tamponi. Sono state, quindi, autorizzate le strutture private a somministrare i test, con l’obbligo, però, di riportare subito i risultati alla Regione ed agli organi predisposti.
Dal Covid Center di Boscotrecase ci comunicano che c’è poca pressione sulla terapia intensiva con un paio di pazienti ricoverati, mentre la sub intensiva, per pazienti con sintomi non gravi è quasi satura.
Per evitare fughe di notizie o informazioni incomplete che potrebbero generare allarmismi. Il Presidente De Luca ha regolato le comunicazioni fra sanità e stampa con un provvedimento discusso e contestato. Gli organi sanitari, prima di rilasciare informazioni sull’emergenza, devono prima confrontarsi con l’unità di crisi.