Per la terza volta, il Cedro del Libano, storico simbolo di vita e resistenza, è stato vandalizzato nel cuore del centro storico, davanti all’Università L’Orientale.
Un gesto che ferisce non solo il patrimonio verde della città, ma anche la coscienza collettiva, sollevando interrogativi profondi sul disagio giovanile e sul rapporto tra istituzioni e comunità.
“Un albero può essere sostituito con un altro albero, ma senza un vero progetto condiviso con chi vive la piazza e senza un coinvolgimento reale della cittadinanza, rischiamo di ripetere lo stesso errore – dichiara la consigliera indipendente della Regione Campania, Marì Muscarà.
In passato, i residenti e gli abitanti della piazza avevano già proposto un progetto di rigenerazione, approvato anche dalla Soprintendenza, ma ignorato dall’assessorato competente.
“Quando una soluzione nasce dal basso, frutto di confronto e condivisione, le persone sentono di farne parte e si impegnano a difenderla.
È inaccettabile che il Comune continui a ignorare idee valide e partecipate,” aggiunge Muscarà.
L’episodio solleva anche il tema della giusta risposta a tali atti. “Punire chi ha reciso l’albero non basta.
La vera punizione sarebbe responsabilizzare: far sì che chi ha commesso il danno contribuisca economicamente alla sostituzione dell’albero, comprendendo il valore del gesto.
Non si tratta solo di scavare un buco e piantare un nuovo cedro, ma di ricostruire il legame tra la città, il suo verde e i suoi cittadini”.