Sono scattate dopo gli attacchi terroristici in Francia e in Belgio, come il blitz alla sede del giornale satirico parigino “Charlie Hebdo” del 7 gennaio 2015 e l’attentato al teatro Bataclan del 13 novembre 2015, le indagini che hanno consentito di individuare e sgominare, con 14 misure cautelari, l’organizzazione criminale che, a Napoli, favoriva l’immigrazione clandestina producendo, dietro compenso, documenti falsi per ottenere i permessi di soggiorno per l’Italia e, quindi, anche per gli altri Paesi dell’area Schengen.
A coordinare le indagini è stata la Procura di Napoli che contesta anche il reato di corruzione.
A capo dell’organizzazione c’erano un pakistano (proprietario anche dell’internet point sequestrato), per il quale è stato disposto il carcere, e un marocchino, per il quale il gip ha disposto i domiciliari.
L’organizzazione si estendeva oltre i confini italiani: gli indagati erano infatti in contatto con persone residenti in Belgio e Francia. La documentazione falsa per i permessi di soggiorno, stampata a Napoli, veniva anche fatta pervenire a persone residenti in quei Paesi. Ovviamente tutto dietro compenso. La base dell’organizzazione era stata collocata nell’internet point del pakistano.