Scattano le manette per sei uomini e una donna, controlli in 4 province, 27 perquisizioni e un maxi sequestro di beni per oltre 1 milione e mezzo di euro: questo il resoconto dell’operazione condotta dalle Fiamme Gialle di Napoli.
Questa mattina, nell’ambito di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Napoli i militari hanno eseguito 7 misure cautelari nei confronti dei 7 evasori fiscali attualmente agli arresti domiciliari. Inoltre hanno sequestrato preventivamente disponibilità bancarie di 20 persone e 17 aziende presumibilmente coinvolte. Ancora tra i beni sottoposti alla misura cautelare beni mobili ed immobili, per la somma complessiva di oltre 1 milione e mezzo di euro pari al profitto dei reati commessi. Gli arrestati sono accusati numerosi reati fiscali, come i dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni fasulli. L’operazione dei finanzieri è stata articolata mediante una serie di 24 perquisizioni nelle province di Napoli, Caserta, Salerno, Torino e Sassari. L’operazione delle Fiamme Gialle è il frutto di complesse investigazioni iniziate nel 2016, che hanno svelato il modus operandi di una associazione criminale, con base nella provincia di Napoli. Dalla nota della finanza emerge l’articolata storia che ha condotto al risultato – “ L’architettura fraudolenta ideata dai principali indagati è nota come “frode carosello” e prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti, per un corrispettivo complessivo accertato pari ad oltre 5 milioni di euro, tramite il coinvolgimento di società “cartiere” operanti nei più diversi settori merceologici, legalmente amministrate da soggetti “prestanome”. Oggetto della “frode carosello” era la compravendita di batterie per veicoli; in particolare, dall’analisi dei movimenti bancarie, i finanzieri hanno accertato che una società con sede a Napoli acquistava i beni da un operatore commerciale di Barcellona , interponendo nella compravendita un soggetto giuridico “fantasma” con sede in Volla (NA), su cui sarebbe gravato l’onere del versamento dell’IVA, che mai veniva pertanto assolta. Tale meccanismo illecito ha permesso la commercializzazione nel territorio nazionale di merci ( si tratta di ricambi per auto) a prezzi concorrenziali.