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Coste campane sempre più minacciate dalle illegalità ambientali.

In Campania nel 2023, 3.095 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto.

Cresce il numero di persone denunciate e arrestate e quello dei sequestri.

“Davanti tanti illeciti che colpiscono le nostre coste e i nostri mari – dichiara Mariateresa Imparato, presidente regionale di Legambiente – ribadiamo l’esigenza di rafforzare il ruolo e le attività di competenza di tutte le istituzioni coinvolte, dai singoli Comuni alle Regioni e alle ARPA. Bisogna potenziare l’attività di demolizione degli immobili abusivi, e non prevedendo nuovi condoni, ammodernare e completare il sistema di fognature e depuratori, potenziare l’economia circolare e prevedere sanzioni più severe per la pesca illegale. Ancora una volta il ciclo illegale del cemento – conclude Mariateresa Imparato- rappresenta quasi la metà dei reati ambientali in Campania, a causa, principalmente, della miriade di abusi edilizi che continuano a sfregiare l’Italia. Un fenomeno devastante per lo sviluppo sociale, ambientale ed economico dell’intero Paese, e su cui bisogna intervenire con una mano decisa e con abbattimenti non più rimandabili. L’abusivismo edilizio lungo le coste, inoltre, fa da moltiplicatore dei fenomeni d’inquinamento, a causa degli scarichi diretti in mare degli immobili costruiti illegalmente”.

Il ciclo illegale del cemento vede la Campania in testa alla classifica regionale con 1.531 reati accertati, quasi il 15% sul totale nazionale.

Campania in testa anche per abbandono e smaltimento rifiuti illegali, mentre per la pesca illegale si posiziona a metà della classifica nazionale.

Le proposte di Legambiente: 1) la lotta all’abusivismo edilizio, su cui l’associazione ambientalista chiede ad esempio di velocizzare l’abbattimento degli immobili abusivi, anche prevedendo finanziamenti a favore dei Comuni che eseguono le ordinanze di demolizione e alle procure della Repubblica, alle procure Generali e alle Prefetture per l’esecuzione delle sentenze di condanna in materia di abusivismo edilizio; 2) la lotta alla maladepurazione, per uscire dalle onerose procedure d’infrazione dell’Unione europea, investendo sulla realizzazione e/o sull’adeguamento dei sistemi fognari e di depurazione, migliorando in generale l’intero sistema di gestione, efficientando il trattamento delle acque reflue; 3) il tema dei rifiuti dando, ad esempio, piena attuazione alla normativa di recepimento della Direttiva 2019/883 relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi e regolamentare in maniera stringente lo scarico in mare dei rifiuti liquidi (acque nere ed acque grigie, acque di sentina, ecc.), istituendo, per esempio, delle zone speciali di divieto di qualsiasi tipo di scarico, anche oltre le 12 miglia dalla costa; promuovendo politiche attive e misure per la prevenzione nella produzione e per la lotta all’abbandono e la dispersione dei rifiuti. 4) il contrasto della pesca illegale, con adeguati interventi normativi e sanzioni davvero efficaci.

 

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