Lombardia in arancione, Campania resta rossa, ma scoppia la polemica. Il governo ha iniziato le trattative con le Regioni sulle regole del nuovo Dpcm. A cominciare dalla data dello stop agli spostamenti per i non residenti. In dubbio anche gli orari di apertura di ristoranti e locali e del coprifuoco nazionale. Il Piemonte passa dalla zona rossa a quella arancione e le strade di Torino si affollano, con veri e propri assembramenti. È bastato che i negozi rialzassero le serrande per vedere le vie del centro cittadino piene di gente e lunghe code sui marciapiedi, senza rispetto del distanziamento. Anche Milano e la Lombardia da oggi sono in zona arancione e, anche qui sono tanti i milanesi che nel primo giorno di riapertura dei negozi hanno affollato le vie dello shopping per approfittare delle ultime offerte del Black Friday e per iniziare a fare qualche regalo di Natale. Anche la Calabria lascia la zona rossa di massime restrizioni anti-Covid. Dall’arancione al giallo passano invece Liguria e Sicilia. L’Italia cambia insomma di nuovo colore. Restano rosse Valle d’Aosta, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania; arancioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Basilicata e Puglia; gialle Veneto, Provincia autonoma di Trento, Lazio, Molise e Sardegna. Una scelta che ha fatto esplodere la polemica. Nell’occhio del ciclone soprattutto la Lombardia, i cui dati epidemiologici non sembrerebbero consentire di rientrare in una zona a basso rischio. Una situazione che a molti ricorda la prima ondata pandemica, quando tutto il Paese fu costretto nel lockdown quando, invece, solo alcune regioni, fra cui proprio la Lombardia, erano veramente a rischio. Il Presidente De Luca ha commentato la scelta di lasciare la Campania in zona rossa con un furioso sarcasmo: “Apprezzo tuttavia la coerenza del Governo: solo tre giorni per entrare in zona rossa; ancora tre giorni per uscirne, senza spiegare mai nulla.” Gà nella diretta di venerdì il Governatore aveva ribadito il suo dissenso nei confronti degli ultimi provvedimenti: “Le zone sono una buffonata” ha ribadito più volte. Intanto è ancora acceso il confronto sull’apertura delle scuole. La ministra Azzolina ha annunciato di voler aprire tutte le scuole alla didattica in presenza per il 9 dicembre. In molti, tuttavia, trovano tale apertura insensata pochi giorni prima dell’inizio delle vacanze natalizie, ritenendo, quindi, più opportuno rimandare tutto a gennaio. De Luca, con ordinanza n. 93, ha disposto la chiusura di tutte le scuole superiori alla prima elementare almeno fino al 7 dicembre. Tuttavia, ha anche disposto screening su base volontaria per alunni e famiglie in vista di una possibile apertura al 9 dicembre. E’ plausibile che il Governatore voglia uniformarsi, per la scuola, a quanto disporrà il Governo.