Da quando, il 31 Dicembre 2021, il professor Davide Tutino ha avviato un lungo sciopero della fame per ripristinare in Italia i diritti umani e costituzionali, decine di cittadini italiani, anche dal mondo intellettuale, si sono uniti al suo digiuno, che da allora prosegue a staffetta.
Al 18esimo giorno di sciopero della fame il professor Tutino ha passato il testimone a Nino Fusco, Segretario nazionale FISI Vigili del fuoco, già protagonista di uno sciopero della fame con presidio permanente davanti alla sede Rai – Radiotelevisione Italiana di Napoli dal 10 dicembre al 22 dicembre 2021.
Mentre scriviamo, due nuovi cittadini hanno aderito a questa forma di lotta nonviolenta, Luca Cellini e Paola Olivieri.
Il governo guidato da Draghi, in violazione dei diritti naturali e del diritto positivo, sottopone la cittadinanza a un ricatto dichiarato e violento: chi non concede il corpo alla sperimentazione farmacologica sul Covid è espulso da ogni socialità e dal lavoro, e condannato a morire di fame.
Ciò vale anche per chi è già guarito dalla malattia, per i bambini, per gli studenti: l’intero popolo italiano è ricattato dallo stesso tiranno che aveva già ricattato, affamato, spezzato le reni alla Grecia.
Il governo Draghi si era impegnato a ripristinare i diritti umani e costituzionali entro il 31 marzo 2022, ma sta già ritrattando, e dichiara che non vi sarà alcun ritorno al diritto.
Lo sciopero della fame, intanto, si diffonde nel paese, con adesioni e sostegni dal mondo della cultura:
A Davide Tutino si sono uniti non solo i suoi compagni di Resistenza Radicale (www.resistenzaradicale.org) ma anche il professor Saverio Mauro Tassi di Milano, Claudio Rossetti referenti FISI per le Marche, il Professor Sergio Porta, ordinario all’università di Glasgow, lo scrittore Carlo Cuppini, la pedagogista Licia Coppo e anche Andrea Severini, attivista politico e marito dell’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. E altri ancora si uniranno.
“Per quanto ancora” domanda il leader del Comitato di Liberazione Nazionale Ugo Mattei, “le istituzioni nazionali e internazionali rimarranno inerti a guardare l’agonia di un paese fondatore dell’Europa, un paese che ha già dimostrato di poter contagiare il mondo con la peste della dittatura?“