La protesta dei marittimi di Torre del Greco sbarca nuovamente a Roma.
Presidio ieri mattina davanti al Mise, il Ministero dello Sviluppo Economico per la vertenza Moby a poco meno di 10 giorni dalla scadenza del 31 marzo stabilito dal tribunale di Milano come termine ultimo per trovare l’accordo tra i vertici di Moby-Cin e i commissari di Tirrenia in Amministrazione straordinaria per scongiurare il fallimento del Gruppo. A guidare la mobilitazione da Torre del Greco, il presidente dell’associazione Marittimi per il Futuro Vincenzo Accardo.
“Tutti devono assumersi le proprie responsabilità, a rischio sono circa 6000 posti di lavoro, la rabbia espressa dai marittimi che ieri mattina sono partiti in pullman da Torre del Greco per far sentire la loro voce.
Un presidio che ha visto la partecipazione delle organizzazioni sindacali. “Finalmente il ministero dello Sviluppo economico ha preso atto delle ragioni della nostra protesta”, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali di Filt-Cgil e Fit-Cisl,
“Abbiamo ricevuto – riferiscono le due organizzazioni sindacali – l’impegno nel trasferire ai commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria e al Mims la necessità di dare evidenza alla tutela occupazionale, nel caso in cui non si arrivasse all’accordo sul piano del risanamento del debito con il gruppo Onorato”.
Secondo Filt-Cgil e Fit-Cisl, “è un primo importante passo in avanti per l’avvio di un confronto utile a rasserenare le migliaia di lavoratori coinvolti.
Nei prossimi giorni saranno convocate le assemblee su ogni singola nave per le opportune valutazioni sul proseguimento della vertenza”.