Per le mattinate del 17 e 18 ottobre la Sezione “San Tommaso d’Aquino” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale ha organizzato il Convegno internazionale di studi Donna è bioetica. La vita oltre l’utilitarismo.
Dopo i saluti istituzionali, i lavori cominceranno con la Lectio di mons. Riccardo Mensuali, della Pontificia Accademia per la Vita, cui seguiranno una serie di interventi di professori provenienti da diverse Università italiane ed estere: Rosanna Virgili, Angelo Romeo, Chiara Ariano, Ludovic Danto, Renato Balduzzi, Pietro Refolo, Giorgia Brambilla, Giovanni Tagliaferro.
Partendo dall’evidenziare come le innovazioni tecnologiche hanno suscitato dibattiti sulle questioni etiche, sempre più complesse, il convegno si propone di discutere di come tali questioni etiche riguardino la realtà della donna.
La donna è protagonista, sempre più, di tante decisioni che avvolgono la sua vita e quella della sua famiglia. A lei la scelta di portare a termine una gravidanza, a lei la scelta se una vita ha dignità di nascita… Il curatore del convegno, prof. Gianpiero Tavolaro, responsabile anche del Laboratorio sul genio femminile, oggi alla sua terza edizione, afferma: «Se il progresso etico viene oggi per lo più identificato con l’esercizio del diritto ad avere figli a ogni costo, nella libertà di autodeterminazione a fare del proprio corpo ciò che meglio si crede e anche nel diritto ad abortire, è il caso di riconoscere che la nozione stessa di “progresso” è uno dei concetti che vivono una profonda confusione».
Si è reso necessario ripensare la bioetica della donna partendo dalla profonda convinzione dell’irrevocabile dignità della persona umana, ed è possibile farlo ripartendo dalla comunità, perché la dignità non esiste solo come questione personale: è un valore universale ed è connessa alla condizione generale nella quale versa ogni essere umano all’interno delle più complesse relazioni sociali.
«La donna può e deve rappresentare il principio di un tale compito», afferma il Decano della Facoltà Teologica di Capodimonte, prof. Antonio Foderaro, aggiungendo quanto sia importante «ripensare la dignità quale principio etico su cui si fondano tutti gli altri valori».
E oggi la comunità – la stessa comunità che sembra in attesa di quel “genio femminile” che sappia accogliere, proteggere e far crescere l’humanum per quel dono meraviglioso che è – sembra essere sempre più necessitata dal ripristino dei valori fondamentali posti a difesa dell’umanità contro una possibile “catastrofe”.