Alla Biblioteca della Società di Storia Patria a Napoli, un primo incontro tra Fondazione Isaia, docenti e ricercatori universitari e partner privati – Banca di Credito Popolare, SACE e Tecnocap – sancisce idealmente l’avvio dell’attività di ricerca storica annunciata a marzo scorso.
Il progetto di ricerca, articolato tra Napoli, la provincia e Londra, ha preso il via con una prima fase di scavo archivistico e di definizione del percorso documentale da seguire per la costruzione del primo dei tre volumi previsti, che si sviluppa storicamente dalle corporazioni dei “sartori” fino al periodo dell’Italia liberale.
La ricerca è affidata a un team di studiosi e ricercatori esperti, con il coordinamento scientifico della Prof.ssa Maria Carmela Schisani, docente di Storia Economica presso l’Università Federico II di Napoli.
“In questo progetto confluiscono le competenze di storici dell’economia, dell’arte e del costume – spiega Silvio de Majo, uno dei curatori del primo segmento e storico d’impresa con una vasta esperienza nell’analisi dei principali settori che a tutt’oggi rappresentano le eccellenze del Made in Campania nel mondo - L’intento comune è far parlare i numeri e trasformarli in storie e racconti che restituiscano vita al passato e aiutino ad ampliare lo sguardo verso il futuro”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Silvana Musella, che ha illustrato alcune delle linee cardine dello sviluppo della tradizione sartoria napoletana dalle sue origini più remote, evidenziandone alcuni punti fondamentali rispetto all’evoluzione della domanda di abiti maschili. I ricercatori Luigi Abetti e Sabrina Iorio, descrivendo i primi risultati dello scavo archivistico, hanno infine tracciato il percorso documentale che si è delineato già dalle prime fasi della ricerca e che ritengono utile a restituire dati, informazioni e storie.
“Per la Banca di Credito Popolare, legata da profonde radici al territorio campano in cui opera da oltre 130 anni, la scelta di affiancare la Fondazione Isaia-Pepillo in questo progetto di ricerca storica rientra perfettamente nelle politiche in tema di responsabilità sociale, che ci vedono impegnati in diverse attività – spiega Loredana Loffredo, responsabile relazioni esterne e attività istituzionali BCP. - Per una banca di territorio come la nostra è fondamentale svolgere, oltre al ruolo di motore economico, un ruolo sociale con attività concrete che favoriscano la crescita culturale della comunità. Sosteniamo il progetto con la consapevolezza che la riscoperta e la valorizzazione delle nostre tradizioni secolari possano tracciare il giusto percorso verso il futuro del nostro territorio, combinando tradizione e innovazione”.
“Siamo orgogliosi di poter prender parte e dare il nostro contributo al fianco della Fondazione Isaia-Pepillo in un progetto così importante che dà rilevanza a un settore, come quello dell’abbigliamento, trainante per l’export e l’economia della Campania – ha dichiarato Antonio Bartolo, Responsabile Campania e Sicilia di SACE (Gruppo CDP) -. Puntare sul futuro della sartoria napoletana, apprezzata e riconosciuta come eccellenza del Made in Italy in tutto il mondo, significa anche riscoprirne e valorizzarne il passato attraverso iniziative di questo tipo”.
Antida Giordano, Responsabile Comunicazione del Gruppo Tecnocap spiega: “Tecnocap è una multinazionale dell’imballaggio metallico, che conserva in Italia il proprio quartier generale. Siamo convinti che la competitività del Sistema Italia passi anche attraverso il supporto di progetti orientati alla ricerca storica per la tutela delle conoscenze artigianali, del ‘saper fare’ italiano da cui derivano le principali attività industriali del made in Italy”.
Secondo Tommaso D’Alterio, Direttore Generale della Fondazione Isaia, “l’incontro ha confermato la validità di un progetto fortemente voluto dal Presidente della Fondazione Gianluca Isaia, e le prime verifiche in corso sui documenti dimostrano la possibilità di conoscere attraverso questa ricerca gli elementi e le dinamiche alla base dell’affermazione del nostro territorio come leader indiscusso in questo settore, che per le comunità di riferimento rappresenta un importante motore di crescita non solo economica ma anche sociale e civile”.