L’incendio degli ultimi giorni in zona Cappella Bianchini, a Torre del Greco, proprio alle falde del Vesuvio ha riportato la paura per il nostro paesaggio. Per molti è ancora vivo e traumatico il ricordo dell’incendio che appena 3 anni fa ha divorato ettari ed ettari di vegetazione sul nostro vulcano.
L’incendio ha lambito, in parte, un terreno incolto caratterizzato dalla presenza di specie arbustive ed erbacee sia, in parte, una pineta, dove a causa dell’intenso vento il fuoco avrebbe potuto espandersi a dismisura con danni enormi. Fortunatamente, l’intervento tempestivo delle Forze dell’Ordine ha impedito l’ennesima crisi spegnendo le fiamme e bonificando l’area.
Resta, tuttavia la paura. Non sono ancora chiare le cause del rogo, ma, stando alle prime ipotesi delle forze dell’ordine, i sospetti potrebbero ricadere sulla mano di un piromane. In questo caso, potrebbero essere bersagliate altre zone del Parco del Vesuvio. Se, invece, si tratta di un incidente bisognerebbe capire quali altri punti sono a rischio per essere pronti ad intervenire nuovamente con la stessa velocità.
Le aree devastate dall’incendio del 2017, ad esempio, sono ad alto rischio: piante giovani e terreni incolti e secchi possono favorire il nascere ed il propagarsi delle fiamme. Inoltre, la siccità delle ultime settimane offre il clima ideale per i roghi.