La capogruppo regionale: “Inoltrata nostra proposta al governatore, non si può arrivare in ospedale quando è troppo tardi”.
“In Campania ci troviamo a fare i conti con un dato gravissimo: la nostra ad oggi è l’ultima regione in Italia per numero di tamponi in relazione al numero di residenti. Basti la comparazione con il Lazio dove, a parità di abitanti, dall’inizio dell’emergenza sono stati effettuati 18.371 tamponi, numero di oltre tre volte superiore a quello della Campania, ferma ad appena 5.813. Un dato ancor più grave se si considera che ad oggi, dalle centinaia di segnalazioni che riceviamo ogni giorno, il tempo medio di attesa per un tampone dopo che un cittadino ha denunciato i sintomi di un sospetto coronavirus, è di oltre una settimana. Se aggiungiamo altri tre giorni per la risposta, ne ricaviamo che un cittadino contagiato rischia di essere portato in ospedale quando le condizioni potrebbero essere già irrimediabilmente compromesse”. Così la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle e responsabile nazionale sanità Valeria Ciarambino.
“Da una settimana – ricorda Ciarambino – ho inoltrato al governatore De Luca la proposta di adottare in Campania la stessa procedura di tutte le altre regioni, dove il sistema funziona, si fanno molti più tamponi e i tempi di attesa sono sensibilmente ridotti. Bisogna fare in modo che Dipartimenti di prevenzione delle Asl, ricevuta la segnalazione, piuttosto che fare da passacarte e smistarla a un 118 già sovraccaricato dalle emergenze ordinarie, invii direttamente una sua squadra per effettuare i tamponi. E’ necessario inoltre coinvolgere tutti i laboratori pubblici regionali nelle procedure di esame dei tamponi, e se anche questi non dovessero bastare, cominciare a coinvolgere anche i privati. Il sistema attuale non funziona, ce lo dicono i numeri. I nostri cittadini non possono apprendere di essere contagiati quando è già troppo tardi. Il governatore deve prendere in considerazione le nostre proposte. Misure di contenimento severe sono necessarie e le condividiamo tutte – conclude la capogruppo M5S – ma non possono bastare se non si è in grado di garantire assistenza sanitaria e diritto alla salute”.