“In Campania malati di Serie A e B”: l’allarme dei pazienti ‘fragili’.
“E’ un paradosso quello che sta avvenendo in Campania per i malati fragili: se sei fortunato, e quindi hai il medico di famiglia che carica il tuo nome sulla piattaforma, sei un malato di Serie A; se, invece, hai un medico di famiglia che, per diversi motivi – per carità, tutti validi – non lo fa, sei di serie B, destinato ad aspettare chissà quanto per avere il vaccino”. E’ l’amaro sfogo di un 61enne napoletano, affetto da diverse patologie, che oggi – nel primo giorno della registrazione dei ‘fragili’, procedura di accreditamento che possono fare solo i medici, quando è andato dal professionista di fiducia (ma si segnalano centinaia di casi simili) ha dovuto registrare un cortese ma fermo diniego: “‘Mi dispiace, ma non abbiamo indicazioni dalla Asl, siamo in attesa di accordi…’ mi ha spiegato il medico” racconta Francesco (nome di fantasia).
“Così sono tornato a casa avvilito, amareggiato ma soprattutto arrabbiato con un sistema che mette ai margini i pazienti”. “Tra la Regione e i medici di famiglia è un rimpallarsi di responsabilità e in mezzo c’è il malato abbandonato. E suona ancora più come una beffa sentire che qualche migliaio di ‘fragili’ sono stati oggi inseriti in piattaforma: vuol dire che qualche medico da qualche parte ha fatto la procedura. Perchè gli altri non lo fanno?”.
In effetti un po’ di ottimismo si era diffuso quando ieri sera l’Unità di Crisi della Regione aveva confermato le linee di indirizzo: spetta ai medici di famiglia, in base ad un accordo, dice la Regione, fare l’inserimento in piattaforma ma sembra, emerge dai racconti dei malati, che questo non stia avvenendo.
Qualche speranza si è poi accesa oggi con l’indicazione dell’Azienda Universitaria della ‘Federico’ di voler precedere alle vaccinazioni dei fragili in carico (ricoverati o seguiti) dalle proprie Unità Operative. Una possibilità contenuta nelle indicazioni dell’Unità di Crisi. “Ma questo non cambia la sostanza del problema, di quello che abbiamo visto oggi e che probabilmente vedremo ancora – sottolinea un altro malato – la verità è che siamo sottoposti ad una specie di ‘roulette russa’, un pericoloso gioco d’azzardo nel quale chi paga è solo il cosiddetto fragile….”
(fonte: ANSA)