Femminicidio, Patriarca (FI): reddito di libertà a 3mila donne
La deputata azzurra: misura che aiuta le vittime a farsi una nuova vita
«Il “Reddito di Libertà” rappresenta una misura innovativa e di fondamentale importanza nel tessuto sociale ed economico italiano, mirando a offrire sostegno concreto alle donne vittime di maltrattamenti. Fino ad oggi, 2.772 donne hanno beneficiato di questo assegno da 400 euro mensili, un aiuto significativo per promuovere l’autonomia abitativa e personale e facilitare un percorso assistito di uscita dalla violenza. Questo sostegno finanziario, valido per un anno, si affianca a un’importante agevolazione per i datori di lavoro che, tra il 2024 e il 2026, assumono donne beneficiarie del sussidio, offrendo uno sgravio dai contributi previdenziali fino a due anni».
A dirlo è la deputata di Forza Italia, Annarita Patriarca, componente della commissione d’inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, sottolineando il successo dell’iniziativa varata con la legge di bilancio 2024 che ha aiutato finora quasi 3mila persone.
«Dal suo avvio, le richieste presentate all’Inps hanno superato le 6.000, evidenziando la crescente consapevolezza e necessità di tali interventi. La Lombardia si posiziona in testa per numero di beneficiarie, seguita da Campania, Lazio e Sicilia, dimostrando una diffusione capillare del programma su tutto il territorio nazionale – ha aggiunto l’esponente del partito azzurro –. Interventi che rappresentano un primo passo cruciale nella difesa delle donne, liberandole dal ricatto materiale del mantenimento e offrendo loro strumenti concreti per una nuova vita».
«Il Governo e la maggioranza hanno dimostrato, tramite l’adozione e il finanziamento concreto di queste misure, un forte impegno nell’affrontare il tema della violenza di genere, sottolineando l’importanza di un’azione sinergica tra supporto economico, protezione sociale e opportunità lavorative. Queste politiche non solo mirano a interrompere il ciclo della violenza, sia fisica che psicologica, ma si propongono anche come modello di intervento integrato e sostenibile per il futuro».