Presso l’Unità operativa complessa di cardiologia dell’ospedale di Nola diretta dal dottor Luigi Caliendo è stata ricoverata una paziente ad alto rischio tromboembolico per la presenza di fibrillazione atriale permanente sintomatica, impossibilitata ad eseguire anticoagulazione per l’elevato rischio emorragico legato ad un’anomalia congenita del tratto gastrointestinale.
La donna è stata quindi sottoposta, presso il laboratorio di emodinamica diretto dal dottor Michele Capasso, ad intervento di chiusura percutanea dell’auricola sinistra.
Un intervento di altissima specializzazione per la prima volta eseguito nell’Asl Napoli 3 Sud.
La procedura è stata eseguita dal dottor Gennaro Maresca e dal dottor Michele Capasso coadiuvati dal dottor Vincenzo Ruggiero.
Ad essere impegnata è stata tutta l’equipe dell’emodinamica (personale tecnico ed infermieristico) con l’assistenza anestesiologica del gruppo condotto dal direttore della rianimazione e anestesia Raul Vincenti.
Il delicato intervento è stato portato a termine nonostante le oggettive difficoltà legate alla situazione pandemica.
La fibrillazione atriale è l’aritmia cardiaca sostenuta più comune nella popolazione adulta la cui complicanza più temuta è senza dubbio l’ictus ischemico soprattutto in assenza di un’adeguata terapia anticoagulante.
La causa di tale complicanza è dovuta alla formazione di coaguli in atrio sinistro ed in un recesso chiamato auricola sinistra, responsabile quest’ultima per la stasi del sangue del 90% dei casi di tromboembolismo sistemico. La prevenzione dell’ictus ischemico mediante l’utilizzo di farmaci anticoagulanti è un caposaldo della terapia nei pazienti con fibrillazione atriale.
Esistono delle situazioni, tuttavia, nelle quali, il rischio emorragico (od emorragie clinicamente rilevanti) supera il beneficio legato alla somministrazione della terapia anticoagulante. In tali circostanze i pazienti possono beneficiare in un nuovo intervento che consiste nella chiusura meccanica dell’auricola.