premio amedeo

Si è conclusa, con la premiazione di questa mattina, la sesta edizione del Premio di Archeologia Amedeo Maiuri.

È stato, come per gli anni precedenti, il Maestro Umberto Cesino a procedere con la cerimonia del calco delle mani.

Un altro tassello importante per la Hall of Fame che minuziosamente sta creando Carlo Manfredi.

Presenti in Sala Consiliare il sindaco Carmine Lo Sapio, i membri della giuria, il professore Stefano De Caro, il professore Fausto Zevi, i rappresentanti di classe e d’istituto insieme con la preside del Liceo E. Pascal, il direttore Raffaele Schettino del Quotidiano Metropolis e il presidente dell’associazione il Tulipano.

«Sono orgoglioso di annunciarvi che dalla prossima edizione il Premio verrà istituzionalizzato ed inserito di merito nelle attività relative alla Festa della Città.

La storia e l’operato dietro la figura e il Premio Amedeo Maiuri sono patrimonio di questa collettività, un elogio continuo e costante alla nostra storia» saluta così i presenti il sindaco Carmine Lo Sapio che subito dopo cede la poltrona al premiato Stefano De Caro.

Ad intervenire, poi, il direttore degli Scavi Archeologi di Pompei e membro della giuria del Premio, Gabriel Zuchtriegel: «Le figure di Amedeo Maiuri e Stefano De Caro sono l’eredità storica e la continua memoria del patrimonio culturale che è Pompei e non solo.

Precursori e promotori degli scavi di Villa Regina a Boscoreale che vede la luce proprio grazie al professore De Caro.

Per questo e, per l’intenzione di enfatizzare il legame con il territorio circostante, avvieremo un collegamento diretto tra il Parco Archeologico di Pompei e Villa Regina».

«Vi ringrazio molto per questo premio con cui si vuole ricordare la mia vecchia esperienza pompeiana. È un riconoscimento che anzitutto mi lusinga in quanto antico cittadino pompeiano, sono nato infatti a Boscoreale e cresciuto a Torre Annunziata.

Uno dei pregi non minori delle città antiche era quello di favorire identità laica che permettevano di sviluppare un sentimento cittadino in maniera più semplice rispetto ad oggi. Sentimento che continuo a nutrire con intensità, tutta la mia personale vita è collegata alle attività di scavo» le emozionanti parole del professore Stefano De Caro.

Non mancano poi riferimenti e ricordi a quella che è stata tutta la sua carriera, fortemente condizionata da Pompei e il suo patrimonio di cui – dice – «continuo a nutrirmi tra libri scritti e da leggere».

Tra i primi a ricevere il riconoscimento il direttore Raffaele Schettino: «Maiuri era considerato l’archeologo romantico in quanto fu uno dei primi ad avere l’intuizione di raccontare le scoperte fatte per divulgare a tutta la comunità, dobbiamo ringraziare in parte anche lui se sappiamo tutto quello che è giunto fino ai nostri giorni».

Continua poi il presidente della Cooperativa Il Tulipano: «Questo è un grandissimo riconoscimento per noi.

Stiamo cercando di fare sempre più anche grazie alla collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e al protocollo d’intesa siglato con il Comune di Pompei».

Segue la preside Filomena Zamboli: «Siamo onorati che la nostra attività didattica sia meritevole di questo riconoscimento.

La comunità della cultura pompeiana a cui noi ci onoriamo di appartenere è al servizio dei nostri ragazzi, in qualunque modo e con qualunque opportunità possiamo sorreggervi.

Il mio ringraziamento va soprattutto ai miei studenti per l’egregio lavoro svolto insieme a noi quotidianamente» accompagnata per ritirare il riconoscimento dai rappresentanti d’istituto Alessandro D’Alessio, Emanuele Longobardi, Emilio Scelzo e Maria Rosaria Volpe.

Infine, un riconoscimento anche per il professore Fausto Zevi che tra i ringraziamenti alla platea e al direttore artistico aggiunge: «Ogni volta che vengo a Pompei mi sento a casa, mi ritrovo tra i miei per cui nutro sempre lo stesso affetto. Conserviamo insieme ricordi ed esperienze non solo tra le mura della città antica».

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