“Un ospedale, il San Leonardo, bollato con la gravissima etichetta di ‘focolaio’, vertici dirigenziali che imputano le colpe al personale sanitario, ‘reo’ di aver contratto il virus all’esterno del presidio ospedaliero. Sullo sfondo 23 tra medici, infermieri e operatori socio sanitari infettati dal Covi19. Chi riveste un ruolo di responsabilità prima di puntare il dito deve accertare se tutti i percorsi di prevenzione e i dispositivi di protezione siano stati adottati. L’unica verità ad oggi è che nell’ambito dell’emergenza nazionale, il San Leonardo di Castellammare di Stabia rischia di rappresentare un caso in negativo”. Sono le parole di Lorenzo Medici, segretario regionale di Cisl Fp Campania e Luigi D’Emilio, segretario metropolitano Cisl Fp Napoli.
“Non si può ridurre tutto alla politica dei ‘tarallucci e vino’, dire semplicemente che ‘qualcosa è andato storto’ – proseguono i sindacalisti – ci sono state inchieste interne dell’amministrazione sanitaria e anche un fascicolo aperto dalle forze dell’ordine su episodi relativi a soggetti infetti sorpresi al lavoro all’interno dell’ospedale o introdotti da altri nella struttura. Ora la risposta della direzione sanitaria e dell’Asl Napoli 3 si riassume in un’accusa ai dipendenti infetti: è inconcepibile. Medici, infermieri e operatori socio sanitari lavorano con sacrificio e abnegazione, spesso lontani dai propri cari da mesi. Bisogna fare chiarezza sulla mancanza di dispositivi di protezione adeguati, sull’indifferenza mostrata alle istanze presentate dalle organizzazioni sindacali. Occorre una corretta sorveglianza sanitaria del personale come prevista dal ministero della salute soprattutto chiediamo particolari misure di salvaguardia per il personale idoneo al lavoro ma affetto da patologie pregresse che lo espongano maggiormente al rischio di contrarre infezione da COVID-19. La Cisl Fp vuole accendere i riflettori su una vicenda che rischia di danneggiare come sempre la parte politicamente più debole, i lavoratori, seguiamo con attenzione le vicende relative al San Leonardo e chiederemo l’intervento degli organi istituzionali competenti”.