Pendolaria 2019 di Legambiente, il dossier fotografa lo sfascio del trasporto pubblico in Campania e mette al primo posto nella classifica delle peggiori linee d’Italia la nostra Circumvesuviana.
Ancora una volta emerge dunque un quadro negativo per la nostra regione e per la Circum arriva la maglia nera per la linea pendolare peggiore in Italia con la Roma Nord-Viterbo e la Roma-Ostia Lido a completare il podio delle 10 linee pendolari peggiori d’Italia. In Campania- secondo il dossier Pendolaria di Legambiente- sono 350 i treni in servizio nella regione con convogli di età media pari a 19,7 anni; il 65,2 % dei treni circolanti ha più di 15 anni. Inoltre, tra 2010 e il 2019 il costo per i pendolari è aumentato notevolmente ( +48,4%) senza che a questo corrispondesse un cambio dell’offerta in termini di qualità e quantità. In testa alla classifica delle linee peggiori sono da dieci anni sempre le stesse che continuano a vedere peggioramenti, in particolare le linee ex Circumvesuviana gestite da EAV in Campania, su cui viaggiano ogni giorno centinaia di migliaia di persone (in forte calo proprio per le condizioni delle linee) in situazioni disastrose ed inaccettabili. I numeri sul servizio, relativi ai primi cinque mesi del 2019, confermano la drammatica condizione dei viaggiatori sulle linee EAV. Nel 2019 da inizio Gennaio a fine Giugno sono state 1.634 le corse cancellate. Altro record negativo è quello relativo ai ritardi, con una media di 5,36 minuti. La peggiore linea è risultata essere la Napoli-Sorrento con una media ritardo di 8,44 minuti. Fino al 2003 la Circumvesuviana assicurava più di 500 corse al giorno, oggi i numeri sono quasi dimezzati, con 296 corse sulle varie linee.
“EAV, tra Scampia e Pendolaria”, inizia così la riflessione del presidente Eav Umberto De Gregorio nella giornata della pubblicazione del dossier di Legambiente che vede la Circum come peggiore linea d’Italia. Di seguito la nota di De Gregorio:
Abbiamo inaugurato la bellissima stazione della Metropolitana di Scampia. Bellezza e pulizia dove ieri c’era degrado e sconforto. Abbiamo ridato la speranza al territorio. Nessuno ci credeva più che Scampia potesse risorgere. Invece è successo. La stazione si apre sulla piazza e riporta dignità e luce. La piazza diventa con la stazione luogo di incontro e di arte.
Abbiamo tanti segnali positivi, se si vogliono vedere. Trenta stazioni riqualificate, investimenti ripresi sulle reti abbandonate da decenni, gare per treni e bus nuovi su tutte le linee. Assunzioni in corso dopo decenni.
Poi esce un’anticipazione del rapporto Pendolaria di Legambiente. Proprio poche ore prima dell’inaugurazione di Scampia. In verità i dati del 2019 non sono completi e non li abbiamo ancora trasmessi. Non c’è nulla di nuovo, tuttavia, nel rapporto di Pendolaria. Le peggiori ferrovie sono sempre le stesse, da anni. La circumvesuviana è messa ancora male. Non poteva essere diversamente. Il servizio migliora soltanto con nuovi treni e nuove assunzioni. Ci vuole il tempo necessario. Ma i segnali positivi sono tutti li, a volerli vedere.
Legambiente fa un quadro nero per i pendolari. Non solo in Campania. Vero. Come potrebbe essere diversamente se i fondi ordinari dal 2010 ad oggi per il TPL sono stati tagliati del 30 per cento? In questo tutti i governi, di ogni colore, hanno mantenuto il punto. Fermi dal 2010 è come dire, in termini reali, che i trasferimenti alle aziende si sono ridotti del 50 per cento. Invito Legambiente a fare una battaglia su questo fronte. Soprattutto a favore del Mezzogiorno, anzi da Roma in giù, dove le aziende sono tutte in condizioni drammatiche, fallite o in concordato. Occorrono più fondi ordinari, per tutti. Altrimenti i fondi per gli investimenti rischiano di essere inutilizzabili o inutili.
Nonostante tutto questo la Regione Campania con EAV si è rimboccata le maniche ed anziché lamentarsi lavora.
EAV ha riaperto tutti i cantieri : oggi sono 18 aperti, 3 anni fa erano tutti chiusi. Sta facendo assunzioni. Riqualifica stazioni, ha fatto le gare per i treni nuovi. Il tutto mentre la competenza sulla sicurezza ferroviaria è passata dal Ministero ad ANSF imponendo nuovi limiti e vincoli. Ovvio che aumentano i ritardi se vi sono nuovi limiti alla velocità e se sulle tratte si aprono i cantieri: se in strada vi sono cantieri si va più piano, giusto? Lo stesso avviene sulle ferrovie. Le soppressioni ci sono ma sono il 3 per cento del numero totale delle corse.
L’indice di regolarità (corse effettuate su corse previste) delle reti EAV complessivo, nonostante le difficoltà, passa dall’85 per cento del 2013, al 91 per cento del 2018 al 97 per cento del 2019 (primi nove mesi). Sulla circumvesuviana, è vero, ci sono più problemi che sulle altre linee.
Noi lavoriamo con la coscienza a posto. Stiamo per perfezionare un contratto di prestito con la BEI di 68 milioni di euro per aumentare la disponibilità finanziaria per nuovi treni. La BEI ci finanzia perché abbiamo messo il bilancio in ordine: siamo la prima azienda di trasporto del centro sud che riceva un finanziamento della BEI.
Abbiamo pagato tutti i debiti, 750 milioni al 31.12.16. Abbiamo fatto oltre 800 transazione, gestendo una vera e propria “bad company” all’interno di EAV, senza costi extra per le casse dello stato: nessun commissario o struttura del genere. Un lavoro immane. Abbiamo prodotto utili in tre anni per 90 milioni di euro contro 330 milioni di perdite dei tre anni precedenti. Solo grazie a questo oggi possiamo pensare di avere nuovi treni e nuove assunzioni. Ai pendolari interessa il servizio migliore, lo capisco.
Noi lavoriamo per questo. Alle condizioni date. Dobbiamo recuperare 20 anni di ritardi. I treni andavano infatti programmati esattamente 20 anni fa, non 2 anni fa.
Scampia è rinata in tre anni perché il finanziamento già c’era. Per i nuovi treni invece abbiamo dovuto prima rimettere in ordine il bilancio, poi trovare i finanziamenti per i treni e quindi fare le gare. Ora dobbiamo aspettare che arrivino. La bacchetta magica esiste solo nel mondo dei sogni o dei populisti.
Tornando alla circumvesuviana, oggi abbiamo 60 treni di cui 40 vecchi di oltre 30 anni. Devono andare in pensione. Domani avremo 90 treni nuovi o quasi nuovi: 40 per la nuova gara, 25 i metrostar del 2010 e 25 treni revampizzati (il ritardo nella consegna c’è, ma la responsabilità è delle aziende che hanno vinto la gara nel lontano 2014 e che hanno avuto mille problemi, non certo di EAV). Finalmente andranno in pensione i treni vecchi (delle 500 degli anni 60) e le soppressioni ed in ritardi si ridurranno.
Stiamo facendo il possibile, non siamo attrezzati per i miracoli. Quello che dispiace è che qualcuno invece sembra tifare per lo sfascio o per il ritorno all’immobilismo. Pazienza, noi continuiamo a lavorare senza distrazioni. Se abbiamo sbagliato qualcosa, qualcuno ci dica esattamente cosa, lo ringrazieremo.
Colpisce tuttavia che Legambiente cita come fonte alcuni gruppi social che si divertono a strumentalizzare, magari spinti da qualche politico interessato. Ci fa piacere invece che anche Legambiente nel suo rapporto evidenzi le nuove gare in corso per i treni e la riqualificazione delle stazioni dell’horror.