Salvatore Brancaccio, capostazione dell’Ente Autonomo Volturno, originario di Torre del Greco, non aveva ancora compiuto quarantadue anni il giorno in cui è morto in via Vicinale Ravioncello, a Napoli, Era sul posto di lavoro quando è stato investito da un furgone i cui freni non erano stati correttamente inseriti.
L’incidente è avvenuto il 26 marzo 2021, nello snodo ferroviario di via Botteghelle: quel giorno, intorno alle 16, ovvero durante l’orario di servizio, nell’ufficio del capostazione si sono presentati due operai di una ditta di pulizie incaricati di eseguire una sanificazione anti Covid.
Il dipendente dell’Eav, sposato e padre di una bimba di dieci anni, è stato costretto ad uscire per consentire le operazioni di riassetto. È stato in quel momento che si è reso conto che il furgone stava prendendo velocità: nel tentativo di fermare la corsa per evitare conseguenze drammatiche, è stato travolto rimanendo schiacciato.
A quasi un anno dall’incidente il pm, Mario Canale, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’autista: per l’accusa, R. E. avrebbe dimenticato di inserire correttamente il freno a mano del camioncino e prima di lasciare il veicolo in sosta, non avrebbe adottato le cautele imposte dal Codice della strada.
Intanto gli avvocati, Marco Bello e Dario Cuomo, incaricati dalla famiglia di Salvatore Brancaccio, hanno chiesto ai giudici di verificare se la ditta di pulizia e l’Eav abbiano rispettato tutte le regole previste in materia di sicurezza sul luogo di lavoro e se era lecito l’intervento di sanificazione eseguito durante l’orario di servizio, alla presenza dei dipendenti.