Pubblichiamo di seguito il comunicato giunto in redazione

“I commercianti di Ercolano denunciano a gran voce l’indifferenza delle istituzioni e di chi regge le redini di questo governo verso le aziende della città. Quest’anno, il commercio locale ha subito un ennesimo calo nelle vendite – sottolinea Ciro Santoro, Consigliere Comunale di Ercolano – anche a causa della delocalizzazione di quei pochi eventi, peraltro “non determinanti” e non pianificati tenendo conto delle esigenze del settore commerciale.

L’amministrazione, in questi anni, recita una nota prodotta da una delegazione dei commercianti , non avendo una visione ampia della città, non ha creato alcun evento sistemico, frutto di una programmazione efficace, capace di attirare visitatori da altre città, comprese quelle limitrofe. Un esempio virtuoso è rappresentato dalle luminarie di Salerno, che negli anni hanno generato un vero e proprio indotto commerciale: durante le festività, migliaia di persone si recano lì per ammirarle, spendendo poi nei negozi della città e sostenendo così l’economia locale, mentre ad Ercolano per vivere tali condizioni è necessario ricordare eventi come il Carnevale Ercolanese negli anni 2019 e 2020 che hanno portato migliaia di cittadini per le strade e per più giorni, eventi realizzati con risorse private.

Ad Ercolano, invece, regna la desertificazione strategica – incalza Santoro- tante le strade caratterizzate da una grossa presenza di attività commerciali (partendo dal centro città come Via Marconi, Via Panoramica, Via Venuti, Via Pugliano, Via IV Novembre, Corso Italia, parte del Corso Resina ed alcuni tratti delle periferie) sono oggi segnate dall’assenza, palesemente voluta, di momenti di aggregazione capaci di trattenere per ore le persone in zona incentivando cosi le aziende.

Sottolinea la nota degli esercenti: “Le rare iniziative presenti sono quasi esclusivamente organizzate dalle parrocchie o da noi commercianti, basterebbe pensare che quest’anno gli unici eventi che hanno stimolato la presenza di un importante pubblico,  sono stati quelli delle comunità parrocchiali (Pugliano o Via Croce dei Monti) e l’iniziativa di Via IV Novembre alta soprattutto (nel primo caso) e solamente (nel secondo) in autofinanziamento.

Spendere oltre 87.000 euro per iniziative che NON HANNO DATO NESSUN INCENTIVO AL COMMERCIO è un atto vergognoso, significa non conoscere le esigenze delle imprese.

Chi è responsabile della programmazione economica e culturale della città e delle sue aziende dovrebbe riconoscere questo ennesimo fallimento e rinunciare al proprio incarico, presentando le dimissioni”.