Perché il libro di Ezechiele pone l’Etiopia, sede del Giardino dell’Eden, agli «estremi confini del settentrione»? Il diluvio universale è solo un mito?
Perché in Medio Oriente non è mai stato rinvenuto il tempio di Salomone? Perché la lingua ebraica in forma scritta appare solo nell’VIII secolo a.C.?
Perché memorie storiche di epoca imperiale occorse nei pressi dell’asse boreale sono state collocate altrove? Sui misteri della narrazione biblica sono stati spesi fiumi di parole: al di là dell’interpretazione teologica, gli studiosi si contrappongono tra chi vede nel Testo Sacro una reale cronistoria e coloro i quali ritengono che gli anacronismi, le incongruenze e le lacune storiche, archeologiche, toponomastiche che affliggono la Bibbia siano dovute alla volontà di Israele di attribuirsi un passato tanto glorioso quanto irreale.
Il presente studio è cominciato anni fa, quando l’autore ha scoperto in area baltico-scandinava centinaia di toponimi biblici, spesso assenti in Medio Oriente.
Sono questi i reali luoghi dei quali parla la Bibbia? Dove si svolsero le vicende narrate nei Vangeli? Dove fu crocifisso Gesù? Se a prima vista appare arduo collocare le vicende bibliche in luoghi lontani dal Medio Oriente, è drammatico constatare come traduzioni infedeli di nomi di luogo, biblici e non solo, abbiano stravolto a tal punto la geografia da rendere irriconoscibile la storia sottesa.