Anche nel comparto dei trasporti marittimi al pari di quello aereo, l’epidemia da COVID-19 deve essere riconosciuta come calamità naturale ed evento eccezionale, ai sensi dell’articolo 107, comma 2, lettera b), del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Difronte a una crisi che è ormai strutturale, ASSARMATORI si è rivolta oggi direttamente al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ai ministri delle Infrastrutture e Trasporti, dello Sviluppo Economico, dell’Economia e dei Beni Culturali, oltre che ai Presidenti delle Regioni Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
L’associazione che raggruppa i principali gruppi armatoriali italiani e con interessi prevalenti nel nostro Paese ha chiesto quindi con forza che il Governo “estenda alle aziende del comparto marittimo oggi non rientranti tra quelle beneficiarie dei dispositivi previsti dall’art. 57 del DPCM 17 marzo 2020 ma comunque colpite dall’emergenza epidemiologica, le misure di supporto alla liquidità mediante i meccanismi di garanzia previsti dallo stesso art. 57 del DPCM 17 marzo 2020, n. 18, vigilando affinché́ gli istituti di credito adottino – con altrettanta urgenza – le procedure volte all’effettiva erogazione degli strumenti finanziari ivi contemplati e necessari a supportare la continuità̀ operativa delle medesime, prevedendo le opportune moratorie relativamente ai rapporti finanziari in essere affinché́ il ricorso alle nuove necessitate linee di credito non determinino inadempienza degli impegni contrattuali assunti in precedenza”.
“Non c’è tempo da perdere – incalza il Presidente di ASSARMATORI, Stefano Messina -senza interventi compensativi in tempi brevi, è a rischio la sopravvivenza stessa delle aziende di navigazione italiane operanti sul cabotaggio, le Autostrade del Mare e nei collegamenti con le isole”.
Nella lettera inviata alle massime Istituzioni del Paese, ASSARMATORI, che aderisce a Conftrasporto-Confcommercio sottolinea come, dopo i provvedimenti assunti da Governo e Regioni per impedire il contagio fra i cittadini italiani, il segmento passeggeri del trasporto marittimo abbia di fatto azzerato i suoi ricavi ma continui a garantire i collegamenti per non interrompere gli approvvigionamenti di merci vitali. “Ma proprio l’effetto combinato della caduta verticale, attuale e prospettica, dei traffici e quindi dei ricavi con il doveroso mantenimento dei servizi, sta facendo scivolare tutte le compagnie del settore verso il punto di non ritorno. E da queste compagnie non si può pretendere a lungo che l’onere di garanzia dei servizi sia sostenuto senza un adeguato aiuto dello Stato”.
Come detto, il Governo con il Decreto Cura Italia, all’art. 79 ha istituito un Fondo per gli interventi specifici per il trasporto aereo. Misure e meccanismi analoghi dovrebbero essere previsti anche per il comparto marittimo “tenendo conto che è l’intero attuale coacervo dei servizi di cabotaggio e di collegamento con le isole ad essere a questo fine, per le ragioni sopra declinate, considerato di servizio pubblico nella sua interezza, posto che solo con il funzionamento integrale del sistema può̀ oggi darsi continuità̀ al sistema logistico e distributivo e, superata la crisi, consentire lo sviluppo della ripresa, in particolare nel settore turistico di cui detto sistema costituisce elemento essenziale”.