Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarava che l’omosessualità non è più una malattia. Oggi, dopo 30 anni, le persone LGBT sono ancora vittime di violenze e discriminazioni. Mercoledì 5 agosto in Consiglio Regionale è stata approvata la legge contro l’Omotransfobia allo scopo di difendere i diritti umani prima ancora che civili, rispondendo agli artt. 2 e 3 della nostra Carta Costituzionale.
“Ringrazio il Presidente De Luca, il vicepresidente Bonavitacola e l’assessora Marciani per il loro prezioso sostegno”, ha dichiarato la consigliera regionale PD Loredana Raia. “Un sentito ringraziamento alla mia cara collega Maria Ricchiuti, alla struttura amministrativa, ai collaboratori e consulenti di staff. Agli amici Carlo Cremona e Antonio Sannino, ed ai sodalizi che rappresentano, va il riconoscimento per l’importante contributo utile alla costruzione dell’impianto normativo”.
“Le parole pronunciate da Mattarella in occasione della giornata mondiale contro l’omotransfobia – prosegue la Raia – rappresentano per tutti noi un monito importante: “Lo Stato non può permettere che l’identità o orientamento sessuale siano motivo di aggressione, derisioni, discriminazioni sul lavoro. Lo Stato garantisca la promozione dell’individuo non solo come singolo, ma anche nelle relazioni affettive”.
Per questo sono orgogliosa del lavoro che, insieme a tutti i componenti della sottocommissione, che ho avuto il privilegio di presiedere, abbiamo realizzato in questi mesi. Con gli sportelli ed i rifugi arcobaleno, con tutte le azioni di prevenzione e di contrasto, con le misure per tutelare le vittime di violenza omofobica, siamo tra le primissime regioni d’Italia che, anticipando finanche il Parlamento nazionale, hanno dato risposte alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi, alle loro emozioni e ai loro sentimenti, affinché siano libere e liberi di vivere la sessualità ed esprimere la propria personalità, senza doversi nascondere o addirittura vergognare, auspicando di essere, sempre di più, rispettati da quelli che, considerati normali, sono diversi da loro”.